Storia

La storia non e’ stata affatto tenera con la Maremma, tutte le popolazioni che via vai hanno abitato questa terra hanno dovuto convivere e lottare con l’insalubrita’ del suo ambiente paludoso, acquitrinoso e malarico.
La Maremma, sia quella costiera sia quella collinare, è terra di frontiera. Tale è stata nelle epoche più diverse: qui furono segnati i confini tra le ultime roccaforti Etrusche e l’avanzata delle legioni di Roma, il confine tra lo Stato Bizantino e quello Longobardo, la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Oggi questa antica terra segna il confine tra la Toscana e il Lazio. Da sempre tutte le popolazioni che nel corso della storia sono vissute in Maremma, hanno inevitabilmente dovuto lottare, e duramente confrontarsi, con la difficile struttura fisico-morfologica del territorio. Di fronte all’acqua stagnante e infestata di zanzare, le alternative possibili per tutte le popolazioni stanziate in Maremma, dagli Umbri agli Etruschi, dai Romani ai Bizantini e Longobardi, dalle nobili famiglie degli Aldobrandeschi, Orsini, Medici, Pisani e Senesi, dagli Spagnoli ai Lorena, fino ad oggi, erano sempre le stesse: affrontare direttamente il problema e risolverlo, evitarlo o semplicemente ignorarlo.

“La Maremma Amara” – Canzone Popolare dell’Ottocento – Memoria e Identità di questa Terra (Foto by Andrea Terrosi)
La Maremma è quindi storia sovrapposta di tentativi e di fallimenti, per sconfiggere la piaga della malaria e risanare gli stagni e le acque paludose.
Tentativi che dipendevano sia dalla maggiore o minore volontà delle popolazioni e dei loro governi, ma anche dalle condizioni tecnologiche del tempo, dalle correnti economiche e migratorie. La Maremma, fino ai giorni nostri, ha sempre sconfitto tutti, eroismi e sacrifici, individuali e storici, progetti, investimenti, invenzioni, ritornando, nel tempo, ad essere quella che era una volta, terra di miniera e terra di allevamento. Infine, il chinino prima, i trattori e le draghe poi, sono riusciti definitivamente a colmare paludi e stagni infestati dalle zanzare anofele (portatrici della malaria) e a riconvertire le pozze salmastre in terreno fertile e coltivabile.
Prime Tracce dell’Uomo in Maremma
Le prime tracce dell’esistenza dell’uomo in Maremma risalgono alla fine del Pleistocene nel periodo Quaternario. Si trattava probabilmente di gruppi di cacciatori neandertaliani, attirati dalla ricca fauna preistorica. Ancora oggi dalle grotte dei Monti dell’Uccellina nel Parco Naturale Regionale della Maremma, di Ravi, di Massa Marittima e di Montorsaio, affiorano le ossa fossilizzate di orsi delle caverne, di cervi dalle grosse corna, di linci e lupi, di tigri, iene ed elefanti. Di quei primitivi cacciatori rimangono scarse memorie di difficile interpretazione: piccole pietre di selce lavorata, raschiatoi, punte di arpioni, che testimoniano il popolamento della regione, ma poco ci dicono di vita e di esistenza dei suoi abitanti. Reperti Archeologici di quest’epoca sono stati rinvenuti nelle caverne di Monte Pisano, Monte Argentario e nelle Colline Metallifere.
Risorse sulla Storia della Maremma
- Archivio Globale della Maremma Toscana – Progetto di raccolta e digitalizzazione di numerosi documenti: stampe, periodici, cartoline e fotografie della Maremma dal 1800 ad oggi. A cura della Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto.
- Maremma Amara – Il famoso canto popolare di inizio ottocento esprime tutto il dolore di questa terra, composto prima delle gloriose bonifiche lorenesi.