
La Trasparente Acqua dell’Isola del Giglio – Arcipelago Toscano Maremma Toscana (Foto by Giancarlo Laffranchi)
L’Isola del Giglio e’ una bellezza naturale di grande fascino, fatta di spiagge, insenature nascoste, acque limpidissime e un paesaggio meraviglioso. Posta davanti all’Argentario, e’ una delle maggiori attrazioni della Maremma Toscana.
L’isola del Giglio è la seconda dell’Arcipelago Toscano, sia per estensione (21,21 kmq) che per popolazione, si staglia di fronte al Monte Argentario, distante solamente 14 chilometri, lungo la Costa d’Argento. È una delle più belle e interessanti attrazioni di tutta la Maremma Toscana, con una cultura e uno stile di vita che differiscono radicalmente da quelli in terraferma. Di forma ellittica, è completamente montuosa e granitica (la massima elevazione è il Poggio della Pagana, 496 metri, quasi al centro dell’isola), con coste in prevalenza impervie, interrotte da alcune baie, calette e candide spiagge. È attraversata da correnti d’acqua calda che assicurano un clima mite per tutto l’anno, adatto alla coltura della vite. I fondali che la circondano sono un luogo ideale per le immersioni subacquee (diving), con il mare limpido dagli innumerevoli colori e la varietà delle forme di vita. Tre sono i centri abitati: Giglio Porto, Giglio Castello (sede del comune) e Giglio Campese, ottimamente collegati dall’unica strada asfaltata (di circa 12 chilometri) che percorre tutta l’isola e da un efficiente servizio di pullman. La vegetazione predominante nell’isola del Giglio è costituita dalla macchia mediterranea, con conifere, querce, castagni, cisti, lentischi, mirti ed eriche. La fauna comprende numerosi uccelli migratori, conigli selvatici e una colonia di mufloni sardi perfettamente ambientati. L’unico anfibio è il Discoglosso sardo, una rana particolare dalla limitata distribuzione. La parte meridionale dell’isola e la zona costiera occidentale sono aree terrestri protette nell’ambito del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Secondo gli studiosi l’etimologia del nome Giglio nasce dal latino “lilium” (giglio), mentre un’altra ipotesi, più scientificamente accreditata, suggerisce la derivazione dal greco “aegilion” (capra).

Il Porto dell’Isola del Giglio – Marmma Toscana (Foto by faillavin)
Ansonaco del Giglio: Un Vino Antico e Pregiato
Nell’isola del Giglio, con il sistema dei terrazzamenti, si coltiva faticosamente da secoli l’Ansonica del Giglio, la vite che da origine a un pregiato vino robusto e aromatico, l’Ansonaco, oggi di limitata produzione. Conosciuto già dai romani, questo vino ambrato di 14 gradi (può raggiungere anche ad una gradazione di 16-17 gradi) è molto raro e solo chi ha un amico gigliese potrà essere sicuro di gustarne qualche ottimo bicchiere. Nei decenni passati le uve erano pigiate in tipiche costruzioni di pietra: i palmenti. Il mosto colava nella vasca antistante, scavata nella roccia impermeabile, e da qui nelle botti in cui era raccolto. Questa particolare tecnica trae sicuramente origine da quella assai simile utilizzata dagli Etruschi nelle cosiddette pestarole.
Come Arrivare all’Isola del Giglio
Arrivare all’isola del Giglio è molto facile, l’imbarco si trova all’ingresso di Porto Santo Stefano. La traversata dura circa un’ora, con collegamenti delle compagnie Maregiglio e Toremar. Sull’isola la compagnia di autobus della Rama collega con due autolinee Giglio Porto, Giglio Castello, Giglio Campese, il campeggio di Campese e l’Hotel Monticello per la spiaggia di Arenella. Per portare l’auto sull’isola è consigliato prenotare il traghetto con anticipo, specie il fine settimana o nei mesi di alta stagione, luglio e agosto. Nel periodo estivo le auto immatricolate in Italia devono avere l’apposito permesso comunale (costo dell’autorizzazione: Euro 15,00). La tassa di sbarco per entrare all’isola del Giglio è di Euro 1,50 per ogni persona. Sull’isola è possibile noleggiare auto, moto, barcaioli e barche; sono disponibili inoltre dei servizi di taxi fino a 8 posti.
Le Origini dell’Isola del Giglio
Le origini del Giglio sono antichissime. L’isola fu abitata in tempi remoti e frequentata dai greci, dagli etruschi, che vi abitarono, e dai Romani, che ne sfruttarono le cave di granito. Appartenuta alla nobile famiglia romana del Domizi Enobarbi, che vi costruì una villa monumentale nel I secolo a.C., nel IX secolo fu donata da Carlo Magno all’Abbazia delle Tre Fontane, e nel duecento entrò a far parte dei domini pisani. Appartenuta a diverse signorie, fu saccheggiata e praticamente spopolata dai pirati di Khayr ad-Din, detto il Barbarossa, che nel 1544 deportarono gran parte della popolazione; ben settecento abitanti furono deportati come schiavi ad Algeri. Comprata nel 1558 da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, seguì poi le sorti del Granducato di Toscana.
Risorse sull’Isola del Giglio
- Comune Isola del Giglio – L’amministrazione comunale gigliese presenta l’isola maremmana dell’Arcipelago Toscano.